martedì 16 luglio 2013

How I met... You

Oggi voglio scrivere di te e un po' anche di noi.
Lo so è una cosa ripetuta... ma è bello averlo impresso con le parole e non solo con la voce.
Di solito per queste cose uso la poesia, ma ultimamente sembra che il mio estro sia stato colpito dalla maledizione della bella addormentata, così lo farò in prosa.

Ricordo che quando ti ho conosciuto ero in una fase di transizione della mia vita e lo ammetto, ero anche un po' brilla, ma il vino non è molto importante in questa storia.
Avevo deciso di concentrarmi di più su me stessa e di rimettere in piedi la mia vita da single, eliminando quei pensieri che vanno dritti al punto e non lasciano spazio alla conoscenza; era infatti arrivato il momento di parlare e di farmi ascoltare, di scoprire e di assaporare gli animi in tranquillità, senza progetti e costruzioni innaturali.
Per cui quella sera il mio unico intento era rilassarmi e non cercare nulla.

Così tra boccali di vino e palloncini, a fine serata, arrivi tu dal nulla e prendi posto davanti a me, mentre ero intenta a trovare strane angolazioni e luci perfette per fare foto artistiche, a modo mio.

Ci fissiamo tutti con degli hobby, a volte: quello era il periodo della fotografia.
Non perché io ne fossi capace, ma fermare il momento è sempre stata la mia passione, anche scrivendo lo faccio.
Quando scrivo è come se fotografassi ciò che ho dentro e immortalo il momento con le parole.

Dall'alto della mia bravura, le foto di quella sera le ho fatte quasi tutte in bianco e nero, perché "fa figo" e perché in questo modo ho creduto di camuffare le luci sbagliate.
Così, tra uno scatto e l'altro, galeotta fu la fotografia che ci fece conoscere...
Il caso volle che il mio hobby passeggero fosse invece la tua passione, stabile e resa divinamente.

All'inizio non sapevo cosa aspettarmi da semplici scambi di parole, ovattate dal vociare del locale e offuscate da alcol e luci basse, in realtà non mi aspettavo nulla, come ho già detto ero lì senza nessuno scopo e quasi senza nessun interesse.
Per la prima volta, conoscevo qualcuno che si era interessato a me dal nulla e io non mi sentivo affatto in balia delle farfalle, come se avessi mangiato bruchi, o contornata da cuori rossi, come nei manga giapponesi o in groppa a unicorni con arcobaleni nel cielo e cose così...
Ricordo però di aver avuto un pensiero, senza volerlo avevo già fatto una selezione per una possibile conoscenza futura: "Ha i capelli lunghi e ha la barba, è alto. Posso parlarci".
Si ho la fissa per i capelloni barbuti. Sono una donna d'altri tempi in fondo.

Sembrerà superficiale e forse anche brutto da dire, ma è successo proprio così.
Forse è stata colpa del vino e forse è stato meglio così.
Nessun progetto era il mio motto. E così è stato.

Ad ogni modo la serata volge al termine e pian piano il locale si svuota, ma non potevo andare via senza prima compiere un ultimo gesto... No niente di romantico, dovevo fare pipì!
Io e la mia vescica non siamo buone amiche, non lo siamo mai state, ma questa è un'altra storia, non credo a qualcuno interessi la vita di una giovane incontinente.
Tornata con falsa eleganza dal bagno, mi ritrovo quasi da sola e tu non c'eri più... ma insomma niente cuori spezzati, forse un po' di incertezza, però sembrava tutto normale, era stata solo una piacevole parentesi?!

Invece eccoti tornare quasi di fretta, ammetto che mi sono sentita felice.
Con decisione, ma in un modo quasi semplice e sincero, mi hai chiesto di incontrarci qualche giorno dopo, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

Non ricordo più molto di quel momento (ero pur sempre brilla non dimentichiamoci), so però di aver strappato un foglietto, trovato sul tavolo del locale e di averti scritto il mio nome e cognome, così da potermi trovare sul libro delle facce, ormai veloce modo di comunicazione moderno.
Pare ci piaccia di più, far sapere al mondo la nostra intera vita, che dare un semplice numero di telefono. Per fortuna anche tu odi parlare al cellulare.
Insomma proprio un moderno romanticismo.

Ammettilo però, la cosa del foglietto è stata un tocco di classe, da raccontare ai figli e ai nipoti, perché in fondo resto ancora un'inguaribile scema per queste cosette, in cui si uniscono tempi passati e tempi futuri.

Adesso, che ne ho ancora memoria, ho voluto scrivere di quella sera in cui ti ho incontrato, in cui un foglietto ha distrutto il mio cinismo verso la vita e l'amore.
Ogni cosa avvenuta dopo e che avviene ancora adesso, è la vita come dovrebbe essere vissuta da tutti, in maniera più naturale possibile, con voli di felicità ma sempre poggiati a terra.
E con un pizzico di indigestione di farfalle.

"Questa Biancaneve ha avuto problemi a dormire, capisci?
Beh va da questa strega che le dà una mela da mangiare che la fa addormentare...
Proprio mentre sta cominciando a dormire veramente bene per la prima volta da settimane...
Arriva questo stupido principe, la bacia e la sveglia!"

"Ammiro il modo meraviglioso che hai di trarre da una favola il suo vero significato..." 

2 commenti:

  1. E' proprio vero che quando non cerchi qualcosa, arriva.
    Mi è piaciuta molto la tua storia :-)

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