domenica 19 luglio 2015

La domenica

Sembra io non voglia imparare mai che quando arriva la domenica arriva il momento di andare via
cerco sempre un motivo migliore per superare 24 ore di solitudine dicendomi che va tutto bene
in fondo finisce presto
buona domenica

Non fatelo, non auguratemi buona domenica, per poi allontanarvi con il mio sorriso più bello nel vostro cestino da pic nic

Non imparerò mai a reagire e sbattermi la porta di casa alle spalle e dimenticarmi di tutto
invece continuo a sperare e aspettare che cambi il sole
conto il battito delle lancette come fosse musica
mentre potrei suonare davvero
cantare
ballare
volare

uscire da qui

Odio la domenica
Odio le finestre chiuse dei vicini, anche loro da lontano a ricordandomi che neanche gli estranei rimarranno a farmi compagnia
Così indosso il mio sorriso più grande, finto, fisso, immotivato e cerco di far finta che è solo un giorno qualunque
che tra poche ore qualcuno busserà alla mia porta
e mi porterà via

è triste doversi fare compagnia da soli

Poi domani lo so che dimenticherò tutto
perché in fondo passa subito
basta una parola
un amico che ti cerca
e tutto sembra tornare indietro

Non crescerò mai
Non c'è età per sentirsi soli


martedì 7 luglio 2015

Chiamiamola insofferenza dei 30 anni

Spalle perennemente arricchiate, una piccola ruga proprio in fronte, nel mezzo dei pensieri e delle delusioni, diventa un solco sempre più profondo ogni anno

non sento più neanche di vivere figuriamoci scrivere

di corsa ogni cosa che quando mi fermo sembra stia facendo un errore enorme
l'ansia di non finire tutto e ancora una volta essere me stessa,
riconfermata puntualmente come sempre
eterna seconda

ci sarà sempre un altro anno per me, ancora un altro poi basta
invece non finisce mai
percorrere sempre la strada più lunga, proprio quella senza sentiero, che mentre cammino sembra di essere in un posto nuovo ogni volta eppure sto solo girando in tonto
la sensazione perenne di stare espiando chissà quali peccati in un limbo soffocante 
spingendo non uno, ma quattro massi, contemporaneamente fino in cima

il cibo sembra volermi uccidere a giorni alterni
le persone tutte giudicanti
o forse no, sono io che giudico loro
poi quando sto per crederci davvero succede qualcosa e mi ricordo che mi ero ripromessa di non farlo più, di non crederci mai più
mi accontento del secondo posto
perché sono stanca
mi fermo un giorno 
e nel mentre il mondo sembra essere andato al doppio della velocità
sono già tutti più avanti 
ancora di più

ho cancellato parole e ho dimenticato pensieri per quella brutta cosa che è rimandare
scrivere subito, lo so che si fa così
ma ho rimandato
è passato il momento e adesso torno a cancellare e riscrivere
finito tutto
non ricordo, vuoto totale
troppi massi pesanti chiudono i pensieri, stipati dentro a quelle stanze confuse, impolverate
con ragni a tessere speranze 
schemi e organizzazioni
è tutto uno scherma nella mia mente
una corsa a quale parte del progetto rispetterò meglio
la perfezione dello schema
un solo cambiamento e tutto crolla.

Sono stanca
è luglio
fuori e dentro sembra essere esploso un vulcano
mi dite che ci sto a fare ancora qui, a morire?!




venerdì 20 marzo 2015

Filetti di merluzzo speziati e croccanti - #ricettedafrigovuoto

Eccomi qui con una nuova ricettina.
Incredibile ma vero sto scrivendo il secondo post per la rubrica #ricettedafrigovuoto!

C'è un momento nella vita di tutti noi, in cui il congelatore o meglio detto freezer, diventa il migliore amico dell'uomo (Sapiens).
In effetti, questa ricetta da frigo vuoto, ci porta alla ricerca di un'alternativa, in un altro luogo molto amato da tutti noi pigroni, impegnati, squattrinati e certi giorni pure da quelli più volenterosi.
Avete capito bene: oggi abbiamo il frigo vuoto ma il congelatore pieno. 

Iniziamo subito con la ricetta di oggi: Filetti di merluzzo speziati e croccanti 

La foto non è degna di Pinterest perché non sono una foodblogger.
Ho i piatti brutti.
Ho una semplice compatta.
Non so fotografare il cibo, di solito lo mangio.

Persone: 2 (oppure potete fare gli ingordi e mangiavi tutto voi, io l'ho fatto!)
Tempo: 20 minuti (lo so, ma il pesce ha i suoi tempi)

Ingredienti: 

  • filetti di merluzzo al naturale congelato 
  • farina di riso q.b.
  • farina di mais q.b
  • olio q.b.
  • sale q.b.
  • curry q.b.
  • origano q.b.
  • prezzemolo a piacere
  • 3 patate 
  • insalata verde (quella che avete, poche formalità)
Procedimento:

Prima di iniziare, vorrei rispondere alle domande che, sono sicura, vi starete già facendo, ovvero:
1. "perché non compri direttamente il pesce impanato?" 
2. "perché usi la farina di riso?"
3. "non ho il curry, cosa uso?"

-Ecco, prima di tutto, il merluzzo al naturale era in offerta
Sono del parere che, il pesce già impanato, non sarà mai buono come quello che ti impani tu.
Inoltre nella panatura pronta c'è dentro qualunque cosa (farina, uovo, amido, molto sale, latte, lievito ecc...) e a me non piace. 

-Mi piaceva suggerire una panatura che tutti potessero mangiare, infatti usando la farina di riso e quella di mais, questa è adatta anche agli intolleranti al glutine, latte, uovo e varie. 

-Compra il curry! Più democraticamente, puoi usare la spezia che preferisci. 

Dopo questa piccola digressione, possiamo iniziare la nostra ricetta.

La prima cosa da fare è, naturalmente, tirare fuori dal congelatore i filetti di merluzzo
Nelle confezioni di solito è indicato di cucinare il pesce ancora congelato, ma io ho fatto delle prove e vi suggerisco di non farlo. 
Invece provate a scongelarlo prima, vi assicuro che sarà più morbido, la cottura sarà migliore e cosa importante sarà più buono. 
Quindi, una volta che il vostro pesciolino (o parte di esso) è tornato a temperatura ambiente, iniziate facendolo marinare per qualche minuto, con olio e prezzemolo tritato (quello che vi ho fatto congelare la volta scorsa, lo avete comprato vero?!).

Nel frattempo preparate un piatto in cui metterete le farine, in egual porzioni, la farina di riso e la farina di mais (esatto, è quella per fare la polenta).
Se non avete la farina di riso, potete usare una semplice farina di grano che avete a casa, invece, se non avete la farina di mais, non potete sostituirla ahimè! Potete non metterla ma i vostri filetti non saranno croccanti
Il passaggio successivo sarà quello di condire il mix per la panatura, aggiungendo il sale, il curry e l'origano. Mescolate tutto con le dita e dopo occupatevi del merluzzo. 

Ci siamo, è arrivato il momento più divertente, impanare
Passate i filetti, precedentemente marinati, nella panatura, pressando leggermente prima un lato e poi l'altro.
Et voilà! Pronti per essere cotti.

Io ho cucinato tutto in forno a 230 gradi per 20 minuti, ma si possono fare anche in una padella, con un filo d'olio. 
Consiglio: la farina di mais tende ad attaccarsi alla teglia, quindi se volete potete usare la carta forno invece dell'olio. 

Per il contorno
Naturalmente il contorno è a vostro piacere, soprattutto in base alle possibilità del vostro frigo vuoto.
Io ho tagliato a dadi delle patate, le ho condite con olio e sale e le ho fatte cucinare prima al microonde per 4 minuti (è il mio vizio segreto per la cottura veloce, da quando ho il microonde è tutto più semplice, mea culpa). 
Dopo ho unito le patate ai filetti di merluzzo, a metà cottura più o meno, in modo da farli gratinare in forno insieme al pesce.
Per aggiungere un tocco di verde e di freschezza al piatto, non mi sono fatta mancare anche un contorno di insalata verde.

A questo punto sarà pronto, no?! 

I filetti non saranno come appena pescati, ma il risultato sarà Croccante e Gustoso, degno di una buona cucina improvvisata.



#ricettedafrigovuoto
#cuocaprovetta 

photocredit: la mia cucina

martedì 24 febbraio 2015

Come cucinare una buona pasta con solo una carota - #ricettedafrigovuoto

Per la serie di tutto un po', perché non parlare anche di cucina?!

Diciamoci la verità siamo stanchi di queste ricette "facilissime ed economiche" che poi, quando finalmente ti decidi che vuoi farle, leggi gli ingredienti e ti accorgi di non avere la farina integrale germogliata di grano saraceno biologico!
Ecco, per ovviare a questo problema, che sono sicura accomuna tutti noi,voglio presentarvi il mio metodo salva fame, di quando non ho tempo per fare la spesa (non ho voglia di uscire di casa) e mi invento al volo ricette gustose con uno o due ingredienti, meglio dette: Ricette da frigo vuoto.

Non lo so se sto per inaugurare una rubrica di cucina veloce sul blog, o se domani smetterò di avere idee su cosa mangiare e morirò di fame (a volte lo penso sul serio), ma mi piacerebbe condividere queste ricettine da frigo vuoto ogni tanto, adatte agli studenti squattrinati come me, ai lavoratori part-time o a quelli in carriera, insomma a chiunque un giorno aprirà il frigo e dentro ci troverà solo cadaveri di pomodori ed esseri viventi in brodo di giuggiole, che proliferano senza sosta sulla zucchina martire della settimana. 



Persone: 1 (se siete di più, forse è meglio che vi decidete a fate la spesa)
Tempo: 10 - 15 minuti 
Ingredienti:

  • 1/4 di cipolla 
  • 1 carota 
  • prezzemolo q.b.
  • curry q.b. 
  • noce moscata q.b.
  • 100 gr di spaghetti 
Che ci vogliono sale e olio credo non ci sia bisogno di specificarlo, o si?! 
  • sale q.b. 
  • olio q.b. 
Procedimento:

La cosa importantissima per la riuscita di questa ricetta è tagliare la carota a la julienne
Se non siete capaci seguite un corso, o se non avete il coso per tagliarle così... fate qualcosa, compratelo, perché ne va della vostra vita futura, credetemi, a la julienne è tutto meglio.

Iniziate lavando la cipolla e la carota (lavare il cibo è importante), dopo potete tagliare la cipolla molto fine, a piccoli dadini, ma mi raccomando che siano davvero piccolissimi, ci servirà per il soffritto della nostra pasta.
Adesso passate alla carota, sbucciatela e poi armati di grattugia julienne (o quella multitasking che fa tutte le forme che volete) dateci di polso, rendendo orgoglioso il caro vecchio giuliano e attendi alle dita! Per ultimo preparate il prezzemolo tritandolo fine (anche lui). 
Come non avete il prezzemolo? Compratelo fresco, lavatelo, togliete i gambi e congelatelo in una bustina da freezer , avrete del buon prezzemolo sempre fresco per ogni vostra ricetta.

Bene adesso che avete finito di tagliuzzare le cose, inizia la parte calda, cucinare.

Preparate una padella con l'olio e mettetela a riscaldare sul fuoco basso, quindi buttate dentro la cipolla, aspettate due minuti e poi aggiungete la carota precedentemente grattugiata, aggiustate di sale e fate cuocere.
Nel frattempo siete stati così bravi da mettere a bollire l'acqua per la pasta, vero? E' importante farlo prima, sia perché così non perderete tempo una volta pronto il condimento, sia perché per ultimare il condimento vi servirà un po' d'acqua di cottura della pasta (è una specie di ingrediente segreto).
Come si cucina la pasta lo sanno tutti suvvia: l'acqua bolle, buttate la pasta, aggiungete il sale.
Io lo aggiungo sempre dopo perché sono convinta che, se ci metti il sale prima l'acqua bolle dopo 10 anni, ma sull'argomento ci sono varie disquisizioni: in realtà pare che la poca quantità di sale usato in cucina, non dovrebbe avere nessun effetto sul punto di ebollizione dell'acqua. Comunque fate voi.

Mentre la pasta cuoce, aiutandovi con un mestolo aggiungete al condimento (cioè alla carota) un po' d'acqua di cottura, in modo da renderlo più umido e non secco. Aspettate qualche minuto che l'acqua si mischi bene con l'olio e la cipolla e se la carota vi sembra già morbida, aggiungete il prezzemolo tritato (no, non lo avevo dimenticato), un pizzico di curry e di noce moscata a piacere. 
C'è anche una variante con la curcuma, ma forse avere la curcuma in casa è più complicato. 

Bene il condimento è pronto. Spegnete il fuoco e assaggiate la pasta, se anche lei è cotta, non vi resta che scolare e versare gli spaghetti nella padella per amalgamare tutto.
Consiglio: 
Non scolate del tutto gli spaghetti, ma lasciate da parte un po' di acqua di cottura, nel caso il condimento vi sembrerà troppo asciutto potete rimediare tranquillamente.

Fate saltare gli spaghetti in padella con la carota, a fuoco basso per un minuto, termine tecnico "fate mantecare" e se vi va potete aggiungere ancora un po' di prezzemolo tritato.
Impiattate, sedetevi e... 
Ebbene finalmente si mangia!

Vi assicuro che leccherete il piatto e darete un senso ai vostri pranzi o cene in solitaria.
Semplice Gustoso Come a Ristorante 

La ricetta in breve scaricabile  

#ricettedafrigovuoto
#cuocaprovetta 


photocredit: freepik 

mercoledì 11 febbraio 2015

BRADIPI Essere lenti anche per fare la cacca

Mi piacerebbe essere come voi che correte tutto il giorno a pranzo un panino e poi non vedete più dove mettete le chiavi di casa. Invece io me la prendo comoda, sempre. 
Sosto più del dovuto su un pensiero, mi piace parlare, parlo troppo, le mie chiavi sono sempre nello stesso posto e non rimango mai chiusa fuori di casa. 
Gli imprevisti mi succedono ogni tanto e la mia comodità si frantuma dal basso, ora che faccio? 
Mi piacerebbe essere pronta a tutto, essere in mille posti contemporaneamente, alcune persone ci riescono davvero, in questo modo non dovrei di continuo dire "no non posso".
Pure mia madre lo diceva sempre che ero nata comoda, in ritardo come al solito fin dalla nascita, si stava troppo bene in piscina
Mi piacerebbe correre ed essere veloce, memorizzare in fretta, leggere tutto e ricordarlo davvero, vedere molte persone e avere con loro qualcosa da concordare, organizzare, decidere, discutere.
Eppure me la prendo comoda e quando il mio guscio inizia a starmi stretto, allora cerco un posto più grande dove rintanarmi, ma non sempre lo trovo, così esco fuori nel mondo dove tutti corrono, ma io sono lenta
Osservo troppe cose, guardo la gente in faccia, leggo i cartelli pubblicitari, arrivo alla meta con mille cose in testa che sembra già trascorsa una giornata intera, invece sono solo all'inizio. Sono già stanca.
Ci provo a correre come tutti, ci provo a fare molte cose in modo da organizzarmi i minuti, per poi la sera essere così stanca da addormentarmi nella vasca da bagno, per poter dire "oggi ho fatto tutto, non voglio più pensare", però sono sempre più lenta degli altri.

Ogni tanto vorrei tornarmene in piscina, l'acqua è il mio elemento, sa essere molto lenta e i corpi immersi in acqua sembrano leggeri, tranquilli senza fretta. 
In una vita passata sono stata una sirena.

Cosa può diventare una sirena senza l'acqua, senza la coda, con due gambe e due braccia troppo lunghe rispetto al corpo?
Oggi sono un bradipo.

Lo sapevi che...


Sembra che circa 5-8 milioni di anni fa esistessero bradipi acquatici che si spingevano sul fondo marino per nutrirsi di alghe.
Sulla pelliccia dei bradipi che vivono nel Sud America e nell'America centrale crescono perfino delle piccole alghe, di cui si nutrono per integrare la loro dieta di lipidi.
Non hanno fretta neanche di espletare i loro bisogni fisiologici, alcune specie fanno la cacca ogni 5 giorni, altre addirittura aspettano tre settimane. 
La cosa strana di questi bradipi del centro e sud America è che i bisogni li fanno a terra, sprecando quasi l'8% del loro bisogno energetico giornaliero per scendere dall'albero e poter andare in bagno.
Inoltre scendere dagli alberi li espone a molti pericoli, i predatori ci mettono un attimo a papparseli, lenti come sono e indifesi senza i lori rami alti.
Eppure decidono di scendere faticosamente a terra per fare la cacca. Perché non la fanno direttamente dall'alto?
Sono forse molto educati o preferiscono un posto più comodo per defecare? Non sembrerebbe.
Uno studio della University of Wisconsin-Madison ha ipotizzato che questo comportamento sia utile per poter attuare una simbiosi con alcune farfalline (Piralidi). Ecco come funziona:
I lenti bradipi scendono faticosamente dall'albero, dopo un mesetto di stitichezza, una volta a terra si prendono il loro tempo per liberarsi dalle feci, ai piedi dell'albero.
Le feci costituiscono un luogo di benessere e una nursery perfettamente organizzata, in cui le piccole amiche dei bradipi, le Piralidi, possono depositare le loro larve, che una volta schiuse vengono nutrite sulla cacca stessa.
Le larve crescono e le farfalline sono pronte per volare e raggiungere i rami più alti degli alberi dove, proprio sulla pelliccia dei bradipi, avviene il loro accoppiamento.
Ebbene sì, sembrerebbe uno sfruttamento altro che simbiosi.
Invece pare che queste farfalline apportino azoto alla pelliccia del bradipo favorendo la crescita delle alghe, molto importanti per il bisogno energetico dell'animale.
Non è ancora chiaro come le farfalle possano apportare questa quantità di azoto, si è ipotizzato che possa derivare dallo sterco dei bradipi che le Piralidi trasportano con loro, oppure dagli stessi escrementi delle farfalline depositati sulla pelliccia dell'animale.
Insomma niente sembra essere lasciato al caso, neanche l'essere così lenti.

Essere un bradipo è uno stile di vita!




credits:
National Geographic "Le deiezioni pericolose"
National Geographic "Some Ancient Sloths Ventured Into the Ocean, Study Says"
photocredit: Liz Climo

sabato 7 febbraio 2015

#VORREIPRENDEREILTRENO la campagna di Jacopo

Oggi torno con una storia da raccontare. 
Per una storia ben fatta però è necessario partire dall'inizio, così partirò da un piccolo evento accadutomi qualche mese fa.
Era Settembre e dovete sapere che io ho un odio profondo per alcuni mesi dell'anno, per Settembre appunto, l'altro mese è Febbraio, ad ogni modo quest'anno ero pronta a superare il mio astio settembrino e iniziare un nuovo magnifico periodo, ma invece il Caso (o il Karma o la Sfiga o qualsiasi nome abbia) volle che un giorno tutta la mia buona volontà avesse un intoppo fisico... con faccia a terra e rottura scomposta del 5°metatarso (le ossa del piede per intenderci), già! proprio una sciocchezza insomma (c'è di peggio in realtà). 
Non voglio dilungarmi troppo sulla mia questione medica ospedaliera, vi basti sapere che sono stata operata per diventare una nuova adepta della scuola del prof. Xavier, sì quella degli Xmen. Adesso ho una placca di titanio e 5 viti fissate nel mio piccolo metatarso, ma non vi dirò qual è il mio potere, certe cose meglio tenerle nascoste. 
Potete immaginare come ho passato i successivi tre mesi tra immobilità, gesso, stampelle, tutore/scarpa di Frankenstein, molto fashion vi assicuro e tutti i disturbi del caso, è stato bellissimo!

Eccoci arrivati finalmente al vero inizio di tutto. 
Siamo abituati a vivere le nostre giornate guardando avanti, con gli occhi fissi verso la fine della strada, sappiamo dove andare e sappiamo quale via percorrere, ma non pensiamo mai a come andarci, a come raggiungere il nostro luogo di lavoro o la nostra casa, semplicemente ci andiamo. 

In quei mesi di stampelle e tutore, in cui ho potuto pian pian riprendere la mia vita quotidiana, ho realizzato quanto fosse difficile anche solo uscire di casa. 
Io non sono un disabile direte, è vero, non mi permetterei mai di paragonarmi, con ciò che è successo a me, a chi davvero deve convivere con la disabilità per tutta la vita. Proprio per questo ogni giorno pensavo a quanto fosse assurdo incontrare scale in ogni edificio, pure per accedere ai bagni, dover chiedere di usare l'ascensore perché riservato solo a pochi (non disabili), percorrere strade piene di buche, o dover destreggiarmi con le stampelle per salire e scendere da autobus troppo alti, spesso dotati di scalini, o troppo lontani dai marciapiedi.
Se per me tutto questo era estremamente difficile, come avrebbe fatto una persona in sedia a rotelle ad arrivare a lavoro, in università o semplicemente ad uscire di casa? 
Mi rifiuto di credere che una persona disabile debba rinunciare alla propria vita, solo perché negli edifici non ci sono gli ascensori o perché non esistono mezzi di trasporto pubblico adatti alle sedie a rotelle e non parlo di mezzi speciali, di cui sicuramente molte associazioni sono dotate, ma parlo di mezzi normali che tutti gli altri riescono ad usare. 
Anche una persona disabile ha diritto ad avere una vita quotidiana come chiunque altro.
Da questi semplici pensieri è nata una mia ricerca su internet sulle barriere architettoniche in Italia ed è così che ho scoperto Jacopo Melio. Non era la mia la storia che volevo raccontare ma la sua.

www.vorreiprendereiltreno.it
Jacopo inizia la sua campagna contro le barriere architettoniche dopo aver risposto a un tweet del ministro Maria Chiara Carrozza, in cui lei scriveva di essere su un treno bellissimo che in poco tempo l'avrebbe portata a destinazione (senza ritardi per un guasto al treno). 
Dopo un breve scambio di tweet con la ministra (sì con la a) Jacopo scrive un post sul suo blog in cui esorta i politici a fare un esame di coscienza, anzi "un esame di cuore" cito, perché dite? 
Perché Jacopo è un ragazzo come tutti gli altri e vuole innamorarsi, proprio così. 
Sogna di incontrare il suo amore su un autobus, come nei film in cui piove sempre nelle scene romantiche e dove un autobus o un treno segnano quel momento perfetto, dove i protagonisti si vedono per la prima volta, ma non riescono a trovarsi fino al giorno in cui prenderanno lo stesso treno o si incontreranno alla stessa fermata dell'autobus.
Come potrà Jacopo avere tutto questo se sull'autobus non ci può salire? 
Come potrà innamorarsi se non può prendere il treno?
Non so come io posso aiutare Jacopo in questa campagna ma posso dirgli che questa sua lotta è anche mia, perché la lotta contro le barriere architettoniche è di tutti.
Grazie Jacopo.

Se anche voi volete aiutare Jacopo ad innamorarsi o volete leggere la sua storia, vi lascio tutti i suoi link e contatti:

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photo credit: vorreiprendereiltreno