sabato 7 febbraio 2015

#VORREIPRENDEREILTRENO la campagna di Jacopo

Oggi torno con una storia da raccontare. 
Per una storia ben fatta però è necessario partire dall'inizio, così partirò da un piccolo evento accadutomi qualche mese fa.
Era Settembre e dovete sapere che io ho un odio profondo per alcuni mesi dell'anno, per Settembre appunto, l'altro mese è Febbraio, ad ogni modo quest'anno ero pronta a superare il mio astio settembrino e iniziare un nuovo magnifico periodo, ma invece il Caso (o il Karma o la Sfiga o qualsiasi nome abbia) volle che un giorno tutta la mia buona volontà avesse un intoppo fisico... con faccia a terra e rottura scomposta del 5°metatarso (le ossa del piede per intenderci), già! proprio una sciocchezza insomma (c'è di peggio in realtà). 
Non voglio dilungarmi troppo sulla mia questione medica ospedaliera, vi basti sapere che sono stata operata per diventare una nuova adepta della scuola del prof. Xavier, sì quella degli Xmen. Adesso ho una placca di titanio e 5 viti fissate nel mio piccolo metatarso, ma non vi dirò qual è il mio potere, certe cose meglio tenerle nascoste. 
Potete immaginare come ho passato i successivi tre mesi tra immobilità, gesso, stampelle, tutore/scarpa di Frankenstein, molto fashion vi assicuro e tutti i disturbi del caso, è stato bellissimo!

Eccoci arrivati finalmente al vero inizio di tutto. 
Siamo abituati a vivere le nostre giornate guardando avanti, con gli occhi fissi verso la fine della strada, sappiamo dove andare e sappiamo quale via percorrere, ma non pensiamo mai a come andarci, a come raggiungere il nostro luogo di lavoro o la nostra casa, semplicemente ci andiamo. 

In quei mesi di stampelle e tutore, in cui ho potuto pian pian riprendere la mia vita quotidiana, ho realizzato quanto fosse difficile anche solo uscire di casa. 
Io non sono un disabile direte, è vero, non mi permetterei mai di paragonarmi, con ciò che è successo a me, a chi davvero deve convivere con la disabilità per tutta la vita. Proprio per questo ogni giorno pensavo a quanto fosse assurdo incontrare scale in ogni edificio, pure per accedere ai bagni, dover chiedere di usare l'ascensore perché riservato solo a pochi (non disabili), percorrere strade piene di buche, o dover destreggiarmi con le stampelle per salire e scendere da autobus troppo alti, spesso dotati di scalini, o troppo lontani dai marciapiedi.
Se per me tutto questo era estremamente difficile, come avrebbe fatto una persona in sedia a rotelle ad arrivare a lavoro, in università o semplicemente ad uscire di casa? 
Mi rifiuto di credere che una persona disabile debba rinunciare alla propria vita, solo perché negli edifici non ci sono gli ascensori o perché non esistono mezzi di trasporto pubblico adatti alle sedie a rotelle e non parlo di mezzi speciali, di cui sicuramente molte associazioni sono dotate, ma parlo di mezzi normali che tutti gli altri riescono ad usare. 
Anche una persona disabile ha diritto ad avere una vita quotidiana come chiunque altro.
Da questi semplici pensieri è nata una mia ricerca su internet sulle barriere architettoniche in Italia ed è così che ho scoperto Jacopo Melio. Non era la mia la storia che volevo raccontare ma la sua.

www.vorreiprendereiltreno.it
Jacopo inizia la sua campagna contro le barriere architettoniche dopo aver risposto a un tweet del ministro Maria Chiara Carrozza, in cui lei scriveva di essere su un treno bellissimo che in poco tempo l'avrebbe portata a destinazione (senza ritardi per un guasto al treno). 
Dopo un breve scambio di tweet con la ministra (sì con la a) Jacopo scrive un post sul suo blog in cui esorta i politici a fare un esame di coscienza, anzi "un esame di cuore" cito, perché dite? 
Perché Jacopo è un ragazzo come tutti gli altri e vuole innamorarsi, proprio così. 
Sogna di incontrare il suo amore su un autobus, come nei film in cui piove sempre nelle scene romantiche e dove un autobus o un treno segnano quel momento perfetto, dove i protagonisti si vedono per la prima volta, ma non riescono a trovarsi fino al giorno in cui prenderanno lo stesso treno o si incontreranno alla stessa fermata dell'autobus.
Come potrà Jacopo avere tutto questo se sull'autobus non ci può salire? 
Come potrà innamorarsi se non può prendere il treno?
Non so come io posso aiutare Jacopo in questa campagna ma posso dirgli che questa sua lotta è anche mia, perché la lotta contro le barriere architettoniche è di tutti.
Grazie Jacopo.

Se anche voi volete aiutare Jacopo ad innamorarsi o volete leggere la sua storia, vi lascio tutti i suoi link e contatti:

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photo credit: vorreiprendereiltreno 

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