venerdì 1 febbraio 2013

Come una diversa cecità

La nebbia rapisce ogni forma e contorno dissolvendo tutto in un muro di sporco bianco.
Uccide le ombre e gli animi sostituendoli con goccioline di umido e freddo.
Alzare gli occhi al cielo che non c'è più fa quasi paura, lei ci sovrasta e rende l'aria gelida, dura e feroce.
Sembra che la nebbia attutisce anche i suoni, racchiude tutto come un velo leggero ma coprente, pare di essere dentro un grandissimo vaso smerigliato, dove i rumori sbattono contro le pareti e vengono inghiottiti dal nulla.
La nebbia mi ha sempre fatto pensare a "Cecità" il romanzo di Josè Saramago... ogni volta ho davanti agli occhi tutto questo bianco e puntualmente penso alle parole incredibili di quel libro, alla strana cecità che ha colpito i personaggi... Tutto era bianco, come avvolti da una coltre di nebbia, una cecità bianca.
Chissà cosa c'è oltre quel muro bianco...
Mi piace pensare che fuori da questo teatro offuscato ci sia un posto migliore, dove vengono nascosti tutti i suoni e gli oggetti che la nebbia rapisce durante la notte.
Un giorno, forse domani, forse tra qualche mese, la cecità finirà e si vedranno di nuovo i colori.



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