mercoledì 30 gennaio 2013

Passaggio o fine

Pensando bene alla morte mi accorgo che essa è in fondo molto semplice, talmente veloce e facile rispetto alla vita, credo sia proprio per questo che appare così tremenda e immensa.
La morte non da il giusto valore ad un'intera vita di lotte, pianti e sorrisi.
Anche quando la vedi e sai che sta arrivando, in un attimo riparte senza far rumore e lascia tutti attoniti, impotenti e inconsapevoli.
L'attimo in cui la vita se ne va e la morte la porta via con se nessuno lo vede veramente, ci sembra che ci sia un respiro, che forse non è ancora il momento ma sarà quel minuto dopo, non proprio quello in cui ci è sembrato che il freddo gelasse il cuore.
La negazione è la prima conseguenze della morte. La morte non ti da il tempo di essere sicuro.
Dopo cala il silenzio e il mondo inizia a girare lentamente, riprende a vivere, la morte è già andata via da tempo e devi crederci per forza. La rassegnazione può avere velocità incostanti.
Tutto questo tempo di vita spezzato in un solo veloce e piccolissimo secondo, è per questo che l'uomo ha bisogno di credere che non è tutto finito. Non si può cancellare tutto. Se dopo la vita ci fosse il nulla, il semplice atto della morte turberebbe per sempre molti di noi, forse alcune persone non accetterebbero mai di non aver capito che fosse quello il momento, proprio quello in cui hanno pensato che invece ci fosse ancora tempo.
E se dopo quell'attimo veloce, la morte ci portasse in un altro posto, un luogo dove potremmo essere ancora qualcosa, in memoria di quel qualcuno che eravamo in vita...
Tutto questo aiuta l'uomo a rassegnarsi che quel momento sia solo un passaggio, avviene così velocemente proprio perché è solo una porta e non serve sostare a lungo sull'uscio di una nuova era.



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