lunedì 27 gennaio 2014

Domande reali sul futuro Italiano

Vorrei fare una domanda a chi di dovere, una domanda a cui però ci deve essere una risposta chiara, concisa e soprattutto realistica.
Quali sono le effettive prospettive di lavoro in Italia?
Sebbene molti hanno già chiesto la stessa cosa a qualche luminare o ai loro padri, io non ho mai letto o sentito una reale risposta, fondata su un percorso vero con punti di arrivo, contrassegnati da una pietra o una croce, che indicano il limite massimo della vetta, invece che suggerimenti di sogni rimasti vaganti.
Io penso che questa domanda dovrebbe essere fatta da tutti e si dovrebbe istituire un ente, qualcuno che ne sa insomma, per avere una risposta certa adatta ad ognuno di noi.
Ora certo sono consapevole che viviamo in tempi difficili, c'è la crisi, c'è la mezza età italiana che sembra essere immortale, ci sono gli anziani che alle votazioni ci vanno solo loro, perché conta come uscita domenicale del post-messa e ci sono i raccomandati e i baroni all'università, fin qui ho capito tutto.
Dopo questo elenco però mi sono persa completamente, perché non è possibile che le parole italiane spariscono al vento e servono esclusivamente per condannare e rattoppare invece che per creare, rassicurare, fare.
Quindi vorrei proprio chiedere a qualcuno che cosa ne sarà del mio futuro?
Ti passano accanto anni e anni di studi infiniti, studi che inizi controvoglia perché sai che non ti porteranno a niente, ma quando li finisci non hai mica finito, perché poi devi completarli con una specializzazione, che però non ti da nessuna esperienza per cui devi chiedere un prestito per fare un master di un anno con il quale, ti promettono, farai un prestigioso stage che ti permetterà, dopo, di avere un lavoro. Purtroppo lo stage non è pagato e nel mentre la tua famiglia continua a pagarti da vivere, per i più fortunati, per gli altri ci sono i lavori serali da cameriere o barista, dopo lo stage pensi di trovare lavoro il mese successivo e invece continuano a dirti che non hai abbastanza esperienza o che non assumono nessuno per il momento, però puoi lavorare gratis, così ti fanno fare esperienza e forse dopo c'è la possibilità di un contratto fisso. Insomma questo ormai è quello che ti dicono ancora prima di finire il liceo, anzi ancora prima di iniziarlo: sembra che la società italiana abbia attuato questa sorta di lancio del boomerang, contribuendo a schiacciare i giovani sempre di più, rendendoli insensibili, apolitici, pigri, egoisti e tremendamente insicuri.
Quando la mezza età dell'italia non ci sarà più, o quando sarà troppo vecchia per avere voce in capitolo, che società avremo? Chi saremo noi giovani all'interno della società?
Saremo giovani di mezza età che ancora aspettano un lavoro fisso, saremo giovani che ascoltano la buona musica degli ideali e dei sognatori ma che hanno rinunciato ai propri sogni; giovani uomini e donne che si sono accontentati di un lavoro veloce e pronto subito invece di seguire la strada più difficile? Saremo persone senza memoria, affidati completamente all'uso di una memoria tecnologica che ha già iniziato a plasmarci?
Sarà una società di giovani di mezza età, con pochi figli piccoli, che vedranno i propri genitori giusto il tempo di una cena veloce davanti alla televisione, invecchiare senza un sorriso, lavorare fino a 70 anni ormai con troppa esperienza e troppe disavventure alle spalle, cinici e non curanti delle piccole cose?
Io non voglio essere una giovane di mezza età senza un sogno e senza un futuro, che per avere una parvenza di famiglia adotta un cane invece che avere un figlio, che non potrebbe mantenere.
Spero che qualcuno abbia una risposta alla mia domanda e spero che nelle scuole non sia fatto terrorismo psicologico senza fondamento ma che sia spiegata la reale situazione dei fatti e le possibili soluzioni concrete.
Non voglio essere una giovane di mezza età con la sindrome dell'adolescenza lunga, io voglio far parte di questa società adesso, voglio poter parlare con gli uomini di esperienza e voglio imparare adesso, per poter lavorare oggi stesso e diventare qualcuno domani.
Permetteteci di diventare come voi, uomini e donne lavoratori con esperienza diretta, con errori e correzioni che fanno parte della vita.
Non chiudeteci la porta in faccia, non cestinate i nostri curriculum, noi abbiamo solo bisogno di fiducia, di esperienza e di un futuro.