sabato 2 giugno 2012

Insomnia: soluzioni classiche e inutili elucubrazioni

La cosa più brutale di quando non riesci a dormire e che la mattina arriva sempre puntuale e beffarda a ricordarti tutte le cose da fare e di certo non puoi permetterti di sonnecchiare qua e là.
Ultimamente mi chiedo spesso da cosa possa essere causata l'insonnia notturna, ma non dal punto di vista fisico, per quello ci sono addetti specializzati, faccio piuttosto un'analisi del pensiero incanalandomi in vicoli ciechi che naturalmente vanno solo a peggiorando la mia insonnia.
Capita che una sera normale abbracci finalmente il tuo lettuccio comodo comodo, ti rilassi, chiudi gli occhi e sei pronto per entrare nelle tua fase rem, ma succede qualcosa, un qualcosa che dura un attimo o che in altri momenti avresti trovato piacevole, come un tic dell'armadio, un uccelletto canterino, che probabilmente avrà anche lui problemi di insonnia per cinguettare allegramente durante la notte, oppure ti invade ad un tratto un pensiero lontano, maledetto da dove è saltato fuori! Ecco è proprio in quel momento che tutto il tuo relax mentale cessa di esistere istantaneamente, il sonno svanisce magicamente e inizi a rigirarti tra le lenzuola, mentre la tua calma vacilla sempre più per lasciare posto all'ansia e al nervosismo.
Le soluzioni da provare sono tante, ognuno ha il suo metodo più o meno efficace, utilizzare ad esempio dei tappi per le orecchie così da non essere più disturbati e ritrovare la pace, cercare di non pensare a niente facendo il vuoto dentro di se come in una meditazione yoga, oppure c'è sempre il classico e intramontabile gioco di contare le pecorelle mentre saltano un recinto.
Personalmente questa cosa di contare per addormentarsi non l'ho mai capita e non ha mai funzionato, tutte le volte che ci provavo tenevo la mente così sveglia, per non perdere il conto, che alla fine il processo aveva effetto contrario. Ho provato anche con i tappi per le orecchie, ma ho finito per odiare quella sensazione di compressione innaturale e ad ogni modo non sempre funzionano, così ho cercato di meditare facendo respiri profondi per svuotare la mente, ma la verità è che quando l'insonnia arrivata non ne esci più, finché non ti sfinisci e fai arrivare il mattino, così da crollare anche con il sole già alto e nonostante l'uccelletto notturno abbia ormai chiamato a raccolta tutti i suoi amici e familiari per formare una grande orchestra di suoni continui.
A mio parere la soluzione migliore è una sola, ed è molto semplice nel complesso.
La cosa da non fare assolutamente e cercare di resistere all'insonnia e continuare per tutta la notte a raggomitolarsi tra le lenzuola aspettando che arrivi Morfeo, se resistiamo soccombiamo.
Molto più utile è invece smettere di lottare, accendere la luce, alzarsi dal letto e bere un po' d'acqua, dopo si potrebbe ad esempio leggere un libro, è una soluzione consolidata, a volte bastano solo due pagine per cadere in un sonno profondo, non perché il libro sia noioso in se ma è l'atto di concentrazione che imponiamo alla nostra mente che fa sopraggiungere, finalmente, la stanchezza e quindi il sonno. Oltre a dimostrare alla propria mente chi è il più forte, leggere aiuta ad allontanare i pensieri ansiosi che hanno provocato l'insonnia, sostituendoli con nuove storie più leggere e soprattutto non reali.
In ogni caso, se anche la lettura non dovesse funzionare, si può sempre decidere di accendere il computer e scrivere un post senza senso sul proprio blog, così da allontanare i pensieri negativi e liberarsi dalle sensazioni di cui l'Insonnia si nutre! C'è sempre speranza...


venerdì 1 giugno 2012

Imprecise sensazioni di quiete e tempesta

A volte la pioggia mi piace, il cielo, in tempesta da un momento all'altro, ha sempre quel fascino romantico e passionale come in un film d'epoca dai colori scuri.
La pioggia estiva è bizzarra e imprevedibile, oggi c'era il sole, bello, stava lì sorridente, poi ad un tratto alzai lo sguardo e notai che una parte di cielo tra i tetti delle case, diventava sempre più tenebrosa e avanzava con qualche lampo di luce in lontananza, in pochi minuti si scatenò la tempesta.
Le gocce d'acqua che precipitavano a terra erano talmente grandi che si potevano distinguere, le une dalla altre, non volevo perdermi tutto questo, così misi  le mani avanti fuori dalla finestra e lasciai che lacrime dal cielo accarezzassero pesantemente la mia pelle, faceva ancora caldo, il cielo era in rivolta per chissà quale assurda legge dell'universo e dentro di me sentivo appagata ogni turbolenza dell'animo.
Ogni tanto le nuvole nere si spostavano più avanti e si poteva scorgere un frammento di azzurro in attesa della quiete, poi tornavano all'attacco e si ricongiungevano per formare un unico immenso cielo nero piangente.
Ad un tratto le gocce di pioggia si fecero più pesanti e il loro arrivo al suolo provocava un tintinnio sospetto, ritirai le mani all'asciutto e vidi che la forza della tempesta era sempre più irruenta finché la pioggia si trasformò in grandine, fredde pietre che colpivano i vetri e il suolo con tutta la loro violenza.
Dalla pace interiore passai ad una strana sensazione di impotenza che sempre ci coglie quando la natura dimostra tutta la sua infinita supremazia.